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In base alla regione italiana dove si sta giocando, con il termine donna si indica la carta di valore Nove (Uomo a cavallo), oppure quella di valore Otto (Uomo a piedi), generalmente al nord Italia la donna è il Nove (come la Q delle carte francesi) mentre al sud la donna è l'equivalente del Jack francese.

Una ricerca svolta dal Dott. C.G. (ha preferito rimanere anonimo), un appassionato di carte che è naufragato su questo sito, cerca di fare chiarezza sulla questione.

La cosa migliore è citare esattamente le parole che mi ha inviato in posta elettronica. Gesto di cui ne sono molto grato.


Ho riflettuto, poi, in merito alla questione della curiosa abitudine, presente nel Mezzogiorno, di chiamare il fante "donna". In effetti è cosa strana, poichè parlando di donna viene in mente altra carta, si pensa a quelle francesi, o magari, a quella che ha valore nove.

Mi sono dedicato alla questione, e ho trovato la risposta; gliela comunico perchè magari può interessarle (lei, tra l'altro, è stato oltremodo preciso e correttissimo, spiegando anche il perchè dell'utilizzo da parte sua dell'avverbio "impropriamente").

Nella storia delle carte spagnole, e di quelle napoletane (loro diretta emanazione, la più diretta), il fante è stato per secoli raffigurato con un aspetto effeminato. Ciò è stato evidente per centinaia di anni, anche se negli ultimi decenni la caratteristica è venuta meno.

Le carte della eccellente ditta Masenghini (ahimè, ora non più esistente) sono fra le più antiche in quanto a disegno, e riproducono le fattezze del passato: il fante è riprodotto, appunto, con un aspetto femmineo.

La fabbrica Pignalosa di Napoli, per un periodo lunghissimo all'avanguardia nella produzione e distribuzione delle carte da gioco regionali (Masenghini presenta i suoi medesimi disegni, ripeto, i più antichi in commercio) aveva la stessa immagine.

Ho visionato tanti mazzi antichi, e tutti hanno il fante con aspetto femmineo.

Certo, se si gioca con delle Modiano o delle Dal Negro, non si nota questa cosa, ma fino a pochi decenni fa, e per centinaia di anni, è stato così disegnato.

C'è anche un ottimo articolo, Le carte da gioco nel Regno di Napoli, di Nicola Antonio De Giorgio, considerato un punto di riferimento in merito alle carte meridionali, nel quale, appunto, viene notato questo fante-donna. È molto interessante, da veri appassionati.

Ovviamente, comprendo perfettamente che risulta strano, o curioso, sentire chiamare il fante "donna".

Cordiali saluti
Dott. C.G.

Categoria: Articoli
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